L’evento è imperdibile, tanto più che è gratuito: dal 14 al 19 giugno al museo Diocesano di Milano sarà esposta L’ultima cena del Tintoretto. Con questa tappa a Milano, si conclude il percorso che ha condotto per la prima volta questa celebre tela fuori dalla città di Venezia, dove è consevata dal XVI secolo.
In occasione di un recente restauro, infatti, l’opera, da sempre nella chiesa di San Paolo, è prima approdata alle Scuderie del Quirinale di Roma, ed ora, prima di far ritorno nella città lagunare, sarà visibile a tutti i milanesi. L’ultima cena è stata realizzata dal maestro veneziano Jacopo Robusti, detto Tintoretto, tra il 1574 e il 1575.
Commissionata dalla Scuola del Sacramento della Chiesa, l’opera, come il titolo suggerisce, rappresenta l’omonimo episodio raccontato nel Vangelo. Rispetto ad altre tele che avevano per tema lo stesso soggetto, il Tintoretto decise di raffigurare per la prima volta il momento dell’Eucarestia invece di quello dell’annuncio del tradimento da parte di Giuda. In questo modo l’artista veneziano si rese l’artefice di una vera e propria innovazione iconografica.
Se la tela è rivoluzionaria dal punto di vista iconografico, dal punto di vista tecnico è perfettamente in linea con il resto della produzione del pittore veneziano, non smentendo la sua fama di pittore della luce. Come abbiamo detto, potremo ammirare la tela restaurata. I lavori sono stati eseguiti grazie ai finanziamenti di Cariparma Credit Agricole. Gli interventi condotti sulla tela sono durati tre mesi, nei quali l’opera è stata riportata a nuova vita. Una grande occasione per poter conoscere da vicino il lavoro di colui che Giorgio Vasari definì “il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura.”