Fino al prossimo 24 giugno è in allestimento presso il Museo Nazionale di Ravenna la mostra “Il Battistero Neoniano. Uno sguardo attraverso il restauro”. L’esposizione ripercorre le complesse e affascinanti vicende del monumento, un unicum nel panorama delle architetture tardoantiche, attraverso disegni, cartoni pittorici, acquerelli e dipinti per lo più inediti.
Il Battistero degli Ortodossi, detto Neoniano per il fondamentale rinnovamento promosso dal vescovo Neone, è il più antico dei monumenti ravennati, almeno come inizio di costruzione, visto che risale alla fine del IV secolo o inizio del V secolo. Nonostante nel corso del tempo abbia subito una serie numerosa di rimaneggiamenti, alcuni dei quali non proprio positivi, oggi il Battistero sta rivivendo una nuova fase di popolarità proprio grazie a questa esposizione, che va a sottolinearne la bellezza.
Il Battistero visto dall’esterno è piuttosto semplice: una costruzione in laterizi di forma ottagonale con quattro grandi nicchie che si diramano all’esterno, con le porte interrate. Ma la vera meraviglia del monumento la troviamo al suo interno, ovvero il complesso e articolato programma iconografico, che è realizzato con diverse tecniche quali l’opus sectile, lo stucco e il mosaico, che si fondono mirabilmente con lo spazio architettonico. La mostra ci permette di dare uno sguardo a questa costruzione attraverso i materiali della Soprintendenza di Ravenna.
Disegni raffinatissimi, taccuini di lavoro e materiali provenienti dal cantiere di restauro degli anni Trenta accompagnano il visitatore in un affascinante viaggio nel tempo e costituiscono una preziosa testimonianza degli studi e dei lavori condotti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento, per rimediare al grave stato di abbandono dei monumenti dell’età dell’oro ravennate.