Si intitola “Apoteosi. Da uomini a Dei. Il mausoleo di Adriano” la mostra ospitata fino al prossimo 27 aprile a Castel Sant’Angelo, uno dei più celebri e bei monumenti che vanta la città di Roma. Edificato nel 123 d.C. come monumento funerario per l’imperatore Adriano, Castel Sant’Angelo, chiamato appunto anche mausoleo di Adriano, dopo duemila anni non smette di affascinare.
A differenza di tanti altri monumenti di età imperiale andati distrutti o ridotti a cave di materiale di spoglio, il Castello ha accompgnato la storia della capitale mediante una serie di trasformazioni. Dopo aver accolto le spoglie di Adriano e dei suoi successori fino a Caracalla è divenuto avamposto fortificato, per poi evolversi in dimora rinascimentale ed ancora in prigione risorgimentale. La mostra focalizza però l’attenzione sulla prima fase di vita del monumento, e dunque sulla funzione per cui venne costruito, quella di ospitare le spoglie dell’impreratore.
E’ ben noto qual era il rituale destinato agli imperatori romani subito dopo la loro morte. Essi venivano divinizzati, ed il rito che decretava la trasformazione di uomo comune in divus prendeva il nome di funus imperatorum, per l’appunto l’apetosi. E’ su questo aspetto che indaga il percorso espositivo, illustrando le origini storico-religiose della divinizzazione. Tra le opere esposte vi sono esemplari di grande pregio quali il Cammeo di Nancy ed il rilievo di Amiternum.