MILANO – «Abbiamo fermato i nostri voli per motivi di sicurezza». E’ questa in sintesi la posizione di Ryanair nella diatriba scoppiata con Enac alla vigilia di Natale. E che rischia di portare alla cancellazione dei voli interni della compagnia low cost dal 23 gennaio su dieci scali del Belpaese, tra cui Pisa e Ciampino.
Alla base della disputa tra l’Ente di aviazione civile e Ryanair una legge italiana che prevede l’utilizzo non solo di passaporto o carta di identità per i voli interni ma anche di «altri documenti» come il porto d’armi o le tessere professionali purchè rilasciate da una «amministrazione dello Stato». E che l’Enac ha chiesto alla compagnia aerea irlandese di applicare. Ma Ryanair sostiene che questa pratica è in contrasto con le leggi di sicurezza internazionali e ha innescato una braccio di ferro con l’Ente, «condito» dal clamoroso annuncio della cancellazione dei suoi voli da fine gennaio. Una decisione che ha provocato polemiche a gogò che non accennano a diminuire. Ieri sono arrivate le critiche di Assotravel Confindustria, oggi è intervenuto direttamente il presidente dell’Enac Vito Riggio. «Noi ci siamo limitati a ricordare che questa legge è in vigore in Italia – ha spiegato Riggio – e che qualsiasi operatore europeo presente nel Paese doveva conoscerla prima di modificare i suoi prospetti informativi».
LA POSIZIONE DI RYANAIR – Ryanair respinge le dichiarazioni dell’Enac e ricorda di essere stata «Obbligata a cancellare le sue rotte nazionali in Italia poiché la sicurezza di questi voli è stata minacciata dall’insistenza di Enac che i passeggeri vengano accettati senza identificazioni sicure e, in alcuni casi, venga loro permesso di viaggiare con niente di più sicuro di una licenza di pesca».
LA NOTA – È quanto si legge in una nota della compagnia aerea, in cui si aggiunge che «in tutti gli altri aeroporti dell’ Unione Europea le autorità hanno accettato questa esigenza di Ryanair, come concordato con ciascun passeggero al momento della prenotazione, che i passeggeri presentino o il passaporto o la carta di identità nazionali dell’Ue-Eea». Secondo il vettore low cost, «questa disputa è nata solo dopo il tentativo di Enac di interferire illegalmente con le regole di identità sicura di Ryanair: tutti i voli nazionali di Ryanair verranno ristabiliti non appena questa ordinanza illegale e insicura – scrive la compagnia serea – per l’identificazione dei passeggeri sarà rimossa da Enac». «La sicurezza e la protezione devono essere di primaria importanza per tutte le compagnie aeree, gli aeroporti e i governi a livello mondiale – afferma Stephen McNamara, portavoce di Ryanair -. La nostra regola sull’identità aiuta ad assicurare che la sicurezza e la protezione dei nostri aeromobili, dei nostri equipaggi e dei nostri passeggeri possano essere mantenute. Alle compagnie aeree – conclude – non deve essere mai richiesto di transigere sulla sicurezza».
CISL – Sulla vicenda diversi interventi anche dal fronte sindacale. «Sconcerto e stupore» per la durezza di Ryanair nei confronti delle prescrizioni impartite alle compagnie aeree dall’Enac è stata espressa da Claudio Genovesi, coordinatore del trasporto aereo della Fit Cisl, secondo il quale la vicenda «rivela un metodo di conduzione della compagnia del tutto inaccettabile, che ritiene di non dover adeguarsi alla vigente legislazione italiana sia per quanto riguarda l’imbarco dei passeggeri che per l’intera gestione dei collegamenti e la fruizione dei sistemi aeroportuali». «Non vorremmo – aggiunge Claudiani – che dietro il braccio di ferro avviato dalla Ryanair e la minaccia di cancellare i voli si celasse in realtà un surrettizio ridisegno delle rotte e dei collegamenti interni e da e per l’Italia, prefigurando una nuova fase di costante riduzione di voli e offerta commerciale dopo anni di grande aggressività sul mercato interno».
Fonte: Corriere.it