Il brusco rallentamento del tasso di crescita del turismo internazionale, registrato del 2008 e ancor più nell’anno in corso, non sembra interessare il turismo natura. Se, infatti, per il turismo in generale, lo scorso anno l’aumento degli arrivi è stato pari al solo 1,9% e quest’anno si stima addirittura una riduzione compresa fra il 4 e il 6%, per il turismo verde le prospettive vanno ben al di là delle più benevoli previsioni.
Se, dal 2004 in poi, l’Organizzazione Mondiale del Turismo, ha registrato per il turismo a contatto con la natura una crescita tre volte superiore a quella dell’intera industria turistica, per il 2012, il Travel Weekly, prevede per il settore dell’ecoturismo un valore di circa 473 miliardi di dollari, con un peso pari al 25% dell’intera industria turistica mondiale. Merito, senza dubbio, delle azioni che molti organismi internazionali promuovono a favore della tutela ambientale e della conoscenza dei rischi che la natura sta correndo a livello mondiale, ma anche di un diverso modo di intendere il turismo.
Di questo trend favorevole non poteva non usufruirne anche il nostro Paese la cui offerta turistica, con 24 parchi nazionali, un consistente numero di parchi regionali, aree marine, riserve statali e zone umide, può contare complessivamente su un territorio protetto superiore al 10% della sua intera superficie. A questo si aggiunga il recente provvedimento dell’Unesco che ha riconosciuto le Dolomiti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. I dati, peraltro provvisori, relativi al 2008 ci dicono che le presenze totali negli esercizi ufficiali delle aree protette sono state 97.809.224 con un incremento rispetto all’anno precedente dell’1,97%, mentre il fatturato è salito a 10,515 miliardi facendo registrare un incremento del 6,28%.
“E’ la dimostrazione, dichiara Enzo Giammarino, Presidente di Ecotur, che sta prendendo piede in Italia un tipo di turismo non convenzionale, orientato verso nuove esperienze e capace di offrire emozioni diverse. La natura, il folclore, l’enogastronomia, la cucina regionale e le tradizioni di cui si caratterizza il nostro territorio, rappresentano un patrimonio che fortunatamente viene riscoperto e valorizzato”. L’indagine condotta dal Centro Studi Permanente dell’Osservatorio Ecotur, il cui Comitato Tecnico Scientifico è rappresentato dall’Enit, dall’Istat, dalla Regione Abruzzo e dall’Università dell’Aquila (Facoltà di Economia), ha evidenziato inoltre diverse indicazioni, significative di un fenomeno, quello del turismo-natura, che non solo non conosce flessioni, ma il cui trend è in costante e continua crescita come dimostrato dalle indicazioni del WTO. Tra i segmenti più rappresentativi che concorrono a generare la domanda organizzata in Italia figurano i “parchi-aree protette”, al 2° posto troviamo la “montagna” che già risalita lo scorso anno, si trova quest’anno ad insidiare quasi la testa della classifica, seguita dall’”agriturismo” e dal “turismo rurale”. Circa le motivazioni che muovono il turista-natura, secondo i tour operator nazionali, al primo posto figura il “vivere a contatto con la natura” che totalizza nella scala delle preferenze il 38% delle indicazioni, seguita dal “relax e tranquillità” con il 13,7%, dal “conoscere le tradizioni culturali, folcloristiche ed enogastronomiche” con il 12,6%, la possibilità di avere “prezzi più bassi rispetto alle altre tipologie” con il 10,3% e, infine, il “praticare sport e attività all’aria aperta” con il 9,9% delle indicazioni. Con riferimento a quest’ultima motivazione il turista sceglie in ordine: il trekking, l’escursionismo, il bird-watching, il cicloturismo, l’equitazione e lo sci di fondo. Dai dati si evince inoltre come tutti possano godere di questa tipologia di turismo, dai bambini alle persone non più giovanissime. La fascia di età che più lo richiede è quella dei “31-60 anni” con il 54,5%, seguita a distanza dalla fascia “oltre 60 anni” con il 23,2%, dai “16-30 anni” con il 19,8% e da ultimo la fascia “fino a 15 anni” con il 2,5%. Circa la tipologia dei frequentatori, invece, emerge che il prodotto viene richiesto dalle “famiglie” per il 22,7%, dalle “gite scolastiche” per 20%, dalla tipologia “in coppia” per il 19,9% e, infine, dai “singoli” per il 10,3%. Per quanto concerne le strutture utilizzate, gli “alberghi e le pensioni” rappresentano la soluzione preferita con il 24,1%. C’è da precisare tuttavia che il dato, in netta diminuzione rispetto alla precedente rilevazione, rappresenta il valore più basso mai fatto registrare, segno evidente di una diversa e alternativa scelta praticata dal turista. In crescita si presentano, infatti, sia i “B&B” che raggiungono il 21,2%, che gli “agriturismi” con il 20,7%. In continua ed evidente diminuzione anche gli “appartamenti/case private” che fanno registrare l’11,6% delle preferenze, Seguono i “campeggi” con l’8,2% e i “camper” che confermano grosso modo i valori dello scorso anno (6% circa). La componente ricettiva “altro”, che comprende le foresterie, i rifugi, i bivacchi, gli ostelli, le case scout, i convitti, i centri didattici, ecc, fa registrare un valore pari al 7,9%, sostanzialmente stabile rispetto alle precedenti rilevazioni. Relativamente alla durata del pernottamento, occorre distinguere che si tratti di parco regionale o nazionale, essendo molto evidente la difformità. Nei primi, infatti, risulta molto diffuso (49,3%) il “senza pernottamento”, nei secondi, visitati da turisti che spesso provengono da altre regioni, è proprio la provenienza a determinate la sosta. In questo caso la categoria temporale costituita da “un giorno” fa registrare il 17,6%, quella dei “weekend” il 19,9%, i “tre giorni” il 6.9%, “una settimana” il 7,8% e “più di una settimana” il 6,8%. La provenienza dei turista-natura è in misura prevalente regionale (41,3%), ma in diminuzione rispetto a qualche anno fa. Risultano, infatti, in aumento sia quella nazionale (38,6%) che quella europea (16,3%) e mondiale (3.8%).
Secondo i tour operator internazionali, il Parco Nazionale d’Abruzzo è il parco più richiesto dal turista quando domanda in maniera specifica il “prodotto parchi”. Non sono da meno il Parco Nazionale del Gran Paradiso e quello delle Cinque Terre. Tra i parchi regionali svetta quello dell’Etna. Sui mercati stranieri, invece, maggiormente conosciuti e richiesti sono il Parco delle Cinque Terre e le Dolomiti. Positiva, infine, si presenta l’analisi previsionale per il 2009 e ancor più per il 2010. Secondo i gestori dei parchi e aree protette, investiti dell’indagine, il 52,9% degli intervistati prevede per quest’anno un aumento dei flussi turistici, il 29,4% è per una certa stabilità e solo il17,7% prevede una diminuzione. Per il prossimo anno, invece, il 56,2% si aspetta un aumento, mentre la restante parte (43,8%) è per una stabilità dei flussi, senza alcune che ne preveda una diminuzione.
Fonte: Tuttoabruzzo.it