A poco più di un mese dell’annuncio della TrenitaliaCard, una nuova carta di credito nata dalla sinergica collaborazione tra il gruppo Trenitalia e UcFin, Unicredit Family Financing, nascono già le prime indagini di mercato volte a mettere in luce vantaggi e svantaggi del prodotto.
Iniziamo con il dire che la nuova carta promossa dalle Ferrovie dello Stato gode dell’identico funzionamento di una comune carta di credito che permette, però, di godere di agevolazioni e privilegi in materia di viaggi e costo di biglietti, oltre che all’accumulazione di una certa quota massima di punti che una volta accumulati si tradurranno in premi o in biglietti omaggio per poter viaggiare in maniera del tutto libera e gratuita.
Partendo da tali premesse la nota Associazione Altroconsumo ha deciso di confrontare la carta di credito in questione con altre già presenti sul mercato, al fine di farne emergere limiti, pregi e peculiarità.
Dal rapporto stilato, però, sembra che la TrenialiaCard non sia uno strumento effettivamente conveniente rispetto alle altre carte di credito, in quanto la quota associativa richiesta parte da un minimo di 25 euro annuali solo nei primi dodici mesi, raggiungendo quota 50 euro già al secondo anno di sottoscrizione.
Se si vanno ad analizzare i tassi applicati per il revolving si scoprirà che l’imposta di bollo per l’invio dell’estratto conto, ed il costo di invio, unitamente alle commissioni applicate per l’anticipo contante, porteranno al raggiungimento di costi oggettivamente troppo onerosi.
Perlopiù sembra sia praticamente impossibile riuscire a maturare il biglietto omaggio, in quanto la quota di trentamila punti richiesti risulta essere una soglia troppo alta e di conseguenza difficile da raggiungere, anche dal più acerrimo viaggiatore.
Volendo fare una sorta di classifica rispetto alle carte di credito più convenienti, emerge che la Trenitaliacard si colloco al 68-esimo posto su un campione di 98 carte monitorate.