Pompei: gli ultimi giorni al Getty

Gli ultimi giorni di Pompei a Los Angeles non hanno una fine. E sono portati in una nuova mostra, al Getty Museum fino al prossimo 7 gennaio. La mostra, co-organizzata dal J. Paul Getty Museum e il Museo d’Arte di Cleveland, in collaborazione con il Musée des Beaux-Arts de Quebec, è curata da Kenneth Lapatin.

Se è vero che la distruzione di Pompei, provocata dell’eruzione del Vesuvio del 79 dC, fornisce una visione straordinariamente vivida della vita quotidiana degli antichi romani, l’evocazione di quel disastro che annullò vite e beni, salvo poi restituirli con eccezionale integrità quasi due millenni dopo, ha condizionato fortemente la fantasia moderna ma non è stata mai esplorata in una mostra sino ad ora. L’unico testimone oculare della catastrofe fu Plinio il Giovane, che raccontò l’evento allo storico Tacito, mentre in tanti cercarono di re-immaginare il disastro.

L’esposizione è stata organizzata in un percorso che prevede tre temi principali: la decadenza, l’apocalisse e la resurrezione. Per la prima volta in assoluto, malgrado le infinite esibizioni dedicate al tema, viene presentata la più celebre eruzione vesuviana del 79 d.C. attraverso la ricezione sia classica che moderna.  Le tre sezioni pensate per questa mostra quindi sono una specie di percorso che spazia da dipinti neoclassici, barocchi, preraffaeliti a oggetti trovati nei siti archeologici fino a includere l’evento nell’immaginario modernista e quello contemporaneo.  Spicca un meraviglioso acrilico di Andy Warhol in cui riflette sulla serialità e la capitalizzazione dell’immagine, in pieno spirito pop.

La mostra del Getty si conclude con un esame di fantasia archeologica e con l’esposizione dei vari tentativi degli artisti di far risorgere la città antica. Per più di trecento anni, gli edifici e i manufatti scavati nei siti vesuviani sono serviti da punto di partenza per avanzare ricostruzioni scientifiche della vita quotidiana nel mondo classico. Allo stesso tempo, però, gli scavi hanno sostenuto le interpretazioni più fantasiose, mentre gli artisti con le motivazioni più diverse hanno sovrapposto al dato oggettivo i loro valori e le idee contemporanee.

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