Si inaugura oggi, 8 marzo, la mostra “Femme sur un fauteuil” dedicata a Pablo Picasso. Ospitata dal Palazzo Magnani di Reggio Emilia, l’esposizione celebra nel giorno della festa della donna (e non solo) il genio che con il genere femminile ha sempre avuto un rapporto non facile.
Picasso le donne le dipingeva, ma non sapeva amarle. “Femme sur un fauteuil. Buste” è il ritratto che la famiglia Barilla ha dato temporaneamente in prestito a Palazzo Magnani perché possa essere visibile al pubblico. Realizzato nel 1962, esso ritrae Jacqueline Hunt, moglie dell’artista. I due si conobbero nel 1952 e si sposarono nove anni più tardi. Jacqueline non fu l’unica donna della vita di Picasso, ma fu l’ultima. Tredici anni dopo la morte di Picasso, Jacqueline si tolse la vita. A chiarire questo terribile gesto ci ha pensato il biografo ed amico del genio dell’arte, John Richardson, che disse di Jacqueline:”Non poteva vivere senza di lui”. Dalla testimonianza di Richardson emerge tutta la difficoltà di Picasso di avere delle relazioni serene. Le donne con cui viveva una grande passione le sottometteva, ed anche quando la storia era terminata voleva avere ancora controllo su di loro.
Fatto sta che se la vita con Picasso doveva essere un incubo, quella senza di lui non doveva essere molto meglio. Jacqueline infatti non fu l’unica a non riuscire a sopravvivere senza averlo accanto. Anche Marie-Thérèse Walter, dopo la fine della loro storia, si suicidò, mentre Dora Maar diventò pazza. Ma torniamo a “Femme sur un fauteuil. Buste”. Esso è considerato un capolavoro che, a distanza di vent’anni e in occasione del 40° della morte di Picasso, torna ad offrirsi al pubblico. L’esposizione sarà visitabile fino all’1 aprile.