La Tate Modern di Londra dedica fino al 14 ottobre una grande retrospettiva all’artista inglese Edward Munch. Titolo della mostra è “‘Edvard Munch, l’occhio moderno” perché si prefigge di presentare Munch come un artista del ventesimo secolo e come uomo del suo tempo.
Attraverso un percorso lungo una sessantina di dipinti e una gran quantità di materiale documentario, l’esposizione tenta di raccontare come e perché questo artista, nato nel 1863 e morto nel 1944 debba considerarsi pienamente figlio del secolo breve. Ed è proprio sulle opere realizzate nel XX secolo che la mostra si focalizza. Evento espositivo che arriva a Londra dopo aver toccato, con prevedibile successo, prima il Centre Pompidou di Parigi e poi la Schirn Kunsthalle di Francoforte.
La modernità di Munch è dimostrata dal suo profondo interesse per la fotografia, per il cinema e per le nuove tecnologie. Fin dagli inizi l’artista ha sperimentato con la macchina fotografica, facendo foto con angolazioni strane che poi ha utilizzato nei suoi quadri. Oltre ad avere realizzato un filmato, ora restaurato apposta per la mostra, Munch è stato anche ispirato dal cinema a dare ai suoi quadri un’idea di movimento, come il cavallo al galoppo o gli operai in marcia che sembrano voler uscire dalla tela.
La mostra della Tate non cerca di trasformare l’immagine di Munch come artista dell’angoscia, ma la arricchisce immensamente presentando aspetti diversi dell’uomo. Uno squarcio di luce nuova sull’opera di Edvard Munch (1863-1944) per sottolinearne la “modernità abbagliante” e andare oltre la mitologia che il tempo gli ha costruito attorno.