Sicilia : “il g(i)usto di viaggiare”, nei territori confiscati alla mafia.

Il turismo può essere un arma a favore della legalità: promuovere il territorio, molto spesso vuol dire anche dare un’immagine positiva e rassicurante. E mai come nei territori dove la mafia, regna incontrastata da centinaia di anni, il turismo può essere strumento di svolta verso la legalità. Si sta diffondendo sempre più un nuovo modo di concepire il viaggio e il soggiorno: c’è chi invece del divertimento, preferisce visitare luoghi segnati dal dramma.

C’è stato un boom del “turismo responsabile”, nelle terre confiscate alla mafia: in Sicilia i luoghi simbolo del terrore, sono stati trasformati in hotel e resort.

Un’associazione che si occupa di diffondere un turismo sostenibile è Libera: si propone di coordinare e sollecitare attività della società civile contro le mafie.

Il Presidente è Don Luigi Ciotti il grande fondatore del gruppo Abele di Torino e grazie a questa associazione è possibile visitare luoghi di valore straordinario.

Le prime esperienze di turismo responsabile sono realizzate nel 2002, ad opera della cooperativa Placido Rizzotto e Libera, ma adesso c’è la possibilità di prenotare veri e propri pacchetti, che permettono di toccare con mano una realtà tanto terribile come quella mafiosa.

Un viaggio nelle terre sottratte alla mafia, a colloquio con gli operatori sociali che quotidianamente sono impegnati nella difesa del territorio.

Un esperienza toccante e altamente formativa: tra Palermo, il carcere dell’Ucciardone, Portella delle Ginestre (teatro di una delle prime stragi per mano di mafia).

Poi la visita a Corleone, paese tristemente noto, in luoghi sottratti al dominio dell’illegalità.Territori ricchi di storia, cultura e identità culturale fortissima.

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