Renato Guttuso: cento anni in mostra

Roma, città in cui il pittore siciliano Renato Guttuso visse per oltre cinquant’anni, in occasione del centenario della sua nascita, lo celebra con una grande mostra al Complesso del Vittoriano, dal titolo “Guttuso. 1912-2012”. La mostra, che terminerà il 3 Febbraio 2013,  riunisce più di 100 opere provenienti da musei nazionali e internazionali, dalle collezioni private e dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Si tratta della prima grande antologica che la capitale gli dedica, documentando tutti i diversi momenti espressivi dell’artista. Come detto, Guttuso visse molti anni nella Città Eterna e durante questo periodo intrecciò rapporti con vari artisti, anche impegnati in discipline diverse, come Moravia, Moore, Manzù, Treccani, Marino Mazzacurati, Toti Scialoja, Pasolini e Neruda. Nel corso della sua carriera artistica dedicò numerose opere alla città di Roma, molto note sono le sue vedute del Colosseo e dei Tetti di Via Leonina. Attraverso le sue visioni del Colosseo, dei Tetti di Via Leonina, delle misteriose presenze nei giardini pensili romani, che emergono nella Visita della sera, scopriamo una Roma diversa, vibrante.

A partire dagli anni sessanta la figura femminile diventa dominante nella sua pittura e fra i dipinti più importanti di quel periodo si possono ricordare “Donne stanze paesaggi oggetti” del 1967, e la serie di tele nelle quali ritrae Marta Marzotto, sua musa ispiratrice e modella prediletta per lunghi anni. Nel 1971 disegnò il drappellone del Palio di Siena e nel 1972 dipinse “I funerali di Togliatti”, che diverrà opera-manifesto della pittura antifascista.

La mostra ripercorre l’intero arco creativo di Guttuso. Vengono inoltre presentate le opere che il maestro aveva tenute per sé, nella sua collezione privata: dalle piccole tavolette con le quali, precocissimo, muoveva i primi passi nel mondo della pittura, ai grandi quadri come La Fuga dall’Etna, La Crocifissione, I funerali di Togliatti, Il Caffè Greco, La Vucciria e le splendide nature morte che, negli anni Quaranta, facevano presagire la tragedia della guerra e della catastrofe.

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