Ritorna a splendere La porta del Paradiso. Il capolavoro di Lorenzo Ghiberti, dopo una straordinaria pulitura che ha visto avvicendarsi per 27 anni i migliori ricercatori italiani, dall’8 settembre è ritornata ad essere visibile al pubblico di Firenze in tutta la sua bellezza.
La porta del paradiso, chiamata così da Michelangelo, si compone di due ante del peso di 4 tonnellate ciascuna. Misura 5,20 metri di altezza, 3 metri in larghezza e 11 centimetri di spessore. I rilievi sulla porta sono 58 di cui 10 grandi e 48 piccole figure che compongono la cornice. La porta non tornerà nella sua collocazione originale ma sarà ospitata nel Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore all’interno di una grande teca protettiva.
Dopo secoli e infinite vicissitudini (dalla “fuga” per la guerra, all’alluvione del ’66) e un tour di alcune formelle restaurate e mandate in giro per il mondo, la Porta del Paradiso ha trovato la sua collocazione provvisoria, protetta da una maxiteca che impedisce il deterioramento della delicatissima superficie dorata. “E lì resterà almeno fino all’autunno 2015, quando saranno terminati i lavori di raddoppio degli spazi”, sottolinea il direttore del museo dell’Opera, monsignor Timothy Verdon.
Ma il lavoro dell’Opera del Duomo e dell’Opificio delle pietre dure non si ferma qui, si sta progettando di restaurare nei prossimi anni anche la porta nord di Lorenzo Ghiberti e la porta sud di Andrea Pisano. A finanziare i nuovi interventi, una cordata di multimilionari stranieri: 60 fra i maggiori imprenditori del globo, famiglie indiane, manager cinesi, brasiliani, messicani, israeliani, londinesi e perfino del Qatar. Generosi donatori che hanno messo a disposizione qualcosa come 10 milioni di euro. Non sappiamo se con la loro generosità si conquisteranno il paradiso sicuramente lasceranno un’impronta indelebile nei secoli nella città di Firenze.